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Progetto
Ovidio - database
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autore
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Cicerone
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De Natura Deorum, I, 91
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originale
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[91] sed tamen quis iste tantus casus, unde tam felix concursus atomorum, ut repente homines deorum forma nascerentur? Seminane deorum decidisse de caelo putamus in terras et sic homines patrum similes extitisse? Vellem diceretis; deorum cognationem agnoscerem non invitus. Nihil tale dicitis, sed casu esse factum, ut essemus similes deorum. Et nunc argumenta quaerenda sunt, quibus hoc refellatur, utinam tam facile vera invenire possim quam falsa convincere.
Etenim enumerasti memoriter et copiose, ut mihi quidem admirari luberet in homine esse Romano tantam scientiam, usque a Thale Milesio de deorum natura philosophorum sententias.
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traduzione
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91. per quale prodigiosa circostanza pot? verificarsi una cos? favorevole combinazione di atomi che gli uomini
assumessero, nascendo, sembianze divine. Dobbiamo pensare che dal cielo caddero sulla terra dei germi divini e che di
conseguenza gli uomini risultarono simili ai loro padri naturali? Vorrei tanto che affermaste questo: non mi
dispiacerebbe riconoscermi imparentato con la divinit?. Ma voi non dite nulla di simile e vi limitate ad affermare che
per un caso fortuito noi risultammo simili agli d?i. Dovrei a questo punto cercare degli argomenti per confutare codesta
affermazione? Oh, riuscissi a scoprire la verit? con la stessa facilit? con la quale riesco a confutare il falso!
Tu hai passato in rassegna, ? vero, con esattezza ed ampiezza di particolari le varie opinioni dei filosofi sulla
natura degli d?i a partire da Talete di Mileto, ed io sono rimasto sicuramente ammirato di scoprire in un Romano tanta
cultura.
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